Ricardo Kakà non se la sente di percepire lo stipendio durante il periodo di convalescenza: per amore del Milan e per rispetto nei confronti della società rossonera e dei tifosi si è auto-sospeso lo stipendio per tutto il periodo di cure (circa un mese) e tornerà a percepirlo il giorno in cui scenderà nuovamente in campo. Un gesto nobile e molto ben apprezzato da tutto l’ambiente rossonero, che ha preso l’iniziativa come l’ennesimo atto d’amore da parte di Kakà nei confronti del club che non ha esitato a riabbracciare dopo la difficile parentesi spagnola con la maglia del Real Madrid. Eppure Kakà non è l’unico calciatore del Milan ad aver preso un’iniziativa del genere: c’è un precedente, anche se molto poco ben augurante per il club di via Turati.
Stiamo parlando di Fernando Redondo, centrocampista argentino che il Milan prelevò combinazione proprio dal Real Madrid nel 2000. L’ex Tenerife, fu acquistato per qualcosa come 35 miliardi di vecchie lire e firmò un triennale da circa 8 miliardi a stagione. Avrebbe dovuto essere il leader del Milan di Alberto Zaccheroni, invece si infortunò al ginocchio destro nell’agosto del 2000, durante il pre-campionato. Da lì in poi iniziò un calvario che lo porterà a rinunciare allo stipendio fino al suo rientro in campo. In due anni si dovrà sottoporre a ben tre interventi chirurgici: a Varese nell’ ottobre 2000, a Madrid nel giugno 2001 e a Buenos Aires nel gennaio 2002. Proprio nell’estate del 2002 quando sembrava vicino al rientro, una nuova ricaduta e il calvario che ricomincia daccapo. Niente da fare, alla fine del campionato 2003-2004 lascerà il Milan con 26 partite all’attivo, chiedendo scusa a tutti e affermando di voler andare in un altro club “per giocare con maggiore continuità”. In realtà, Fernando Redondo non giocherà più a calcio, se non quando ospitato ad eventi benefici.
Ovviamente i tifosi del Milan fanno tutti gli scongiuri del caso: prima della sua partenza per Madrid, nel 2009, Kakà aveva un’altra propensione all’infortunio, tanto che si malignò che dietro la cessione in Spagna ci fossero proprio motivi fisici. Ora un mese di stop dopo solo tre quarti di gara giocati da titolare, motivo di grande preoccupazione per un club, il Milan, che ha già 10 infortunati in infermeria. Di sicuro una cosa Kakà e Redondo non hanno in comune: il destino calcistico. L’argentino vinse praticamente tutto con le Merengues ed è annoverato tra i più grandi di sempre, mentre a Milano è considerato una meteora; percorso inverso per Kakà, che al Milan è stato sempre un leader indiscusso, mentre a Madrid uno dei tanti di passaggio.
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